Nostalgia Canaglia
È il presente che ha poco da dirci, o il passato che non ci aveva detto abbastanza?
GCos’hanno in comune “Baby One More Time” di Britney Spears e “Angels” di Robbie Williams? “Torn” di Natalie Imbruglia e “Io No” di Vasco? Hanno appena compiuto vent’anni. Un’annata musicalmente prolifica quella del 1998, tanto da aver reso virale sui social un video che ne ricorda tutte le hit più famose, risvegliando una struggente malinconia in coloro che, come chi scrive, vent’anni fa si stavano affacciando all’adolescenza. All’improvviso, ricordiamo e rimpiangiamo anche ciò che era meglio dimenticare, come l’ombretto color puffo e i codini alla Baby Spice.
Il critico musicale Simon Reynolds l’ha chiamata “retromania”: quella tendenza a idealizzare un passato che, mentre lo vivevamo, ci sembrava insopportabilmente ordinario. Il mondo della musica cavalca (e alimenta) da tempo questo filone, basti pensare al ritorno in pompa magna del vinile. Neanche il cinema resiste al seducente richiamo dei bei tempi andati: mentre fioccano i revival di vecchi successi cinematografici, le nuove produzioni sono farcite di omaggi e citazioni. E non parliamo della moda, dove il capo o l’accessorio vintage sono ormai più una regola che l’eccezione. È il presente che ha poco da dirci, o il passato che non ci aveva detto abbastanza?
Nel bel film di Woody Allen “Midnight in Paris”, uno scrittore americano dei giorni nostri si ritrova catapultato nella Parigi degli Anni ‘20, dove conosce e si intrattiene, oltre che con Hemingway, Dalì, Picasso e i Fitzgerald, con la bella Adriana. Rapito da quella che lui considera “l’epoca d’oro” per eccellenza, rimane stupefatto quando, finendo ancora più indietro nel tempo, si rende conto che per Adriana il presente degli Anni ‘20 è semplicemente noioso. Agli occhi di lei è quel nuovo passato, la Belle Époque di fine Ottocento, la vera epoca d’oro. E così, il protagonista capisce. “Se tu resti qui e questo diventa il tuo presente, molto presto comincerai a immaginare che un’altra epoca sia davvero la tua epoca d’oro” la incalza. “Sì, ecco che cos’è il presente: è un po’ insoddisfacente, perché la vita è un po’ insoddisfacente!” conclude.
Rifugiarsi nei fasti di un glorioso passato è allora solo un meccanismo mentale che sfruttiamo per rimuovere l’ansia legata al presente e, soprattutto, al futuro? Certo, senza memoria saremmo contenitori vuoti. Ma senza curiosità per l’ignoto, siamo solo dei nostalgici brontoloni.
Valeria Federighi