L’arte di essere artisti
Normalmente, quando pensiamo a un artista, ci vengono in mente le sue opere finite e siamo portati ad attribuire a questa persona doti particolari, spesso assimilabili alla genialità.
Ciò che più raramente facciamo è soffermarci a riflettere sul percorso che lo ha portato a realizzare le sue creazioni: da dove è partito? Quanto tempo ha impiegato, dall’inizio alla fine? Ma soprattutto: che cosa lo ha mosso? Perché ha fatto quel tipo di opera? Soprattutto con le opere d’arte sappiamo benissimo che, nel momento in cui qualcuno ce le spiega, sicuramente le apprezziamo e comprendiamo molto di più.
Con il nostro lavoro è all’incirca la stessa cosa: i nostri clienti sono interessati a sapere non solo che cosa facciamo, ma anche perché lo facciamo. E la condivisione delle nostre idee e dei nostri processi creativi porta indubbiamente alla formulazione di nuove idee creative.
Lo scrittore e artista americano Austin Kleon ci aiuta a sfatare il mito dell’artista solitario che crea le sue opere in totale solitudine e le mostra solo alla fine: questo succedeva una volta, quando non c’erano gli strumenti per poter condividere il percorso creativo su base regolare. Ma oggi, grazie alle piattaforme internet e ai social network, è possibile raccontare con costanza l’attività che si sta svolgendo, i progetti a cui si sta lavorando e i risultati che ci si attende o che si sono raggiunti.
Dunque, prosegue Kleon, non esiste solo l’opera artistica, ma anche l’operare artistico. E attenzione, ritorno sull’argomento: non pensiamo che il nostro lavoro non abbia niente a che vedere con l’arte. Al contrario: ciascuno di noi è chiamato costantemente a essere creativo, a inventare qualcosa di nuovo perché il cliente se lo aspetta. Andare oltre le aspettative del cliente, questo dovrebbe essere il nostro obiettivo; le cose normali le fanno tutti.
Riassumendo, quindi, possiamo dire: ciascuno di noi, nel proprio lavoro, è un po’ un artista; coloro per i quali produciamo le nostre opere, però, non si accontentano del risultato finale ma vogliono anche sapere come ci siamo arrivati, e quindi sarà nostro compito raccontare costantemente i percorsi che stiamo facendo (ricordiamoci che la tecnologia ci offre questa possibilità).
Infine, se la domanda è “Ma come faccio a essere creativo?”, la risposta ce la offre nuovamente Kleon: dobbiamo essere sempre curiosi e guardare con curiosità anche alle cose che gli altri buttano. Proprio come quel netturbino di New York che iniziò a collezionare oggetti raccolti nella spazzatura e poi ne creò un vero e proprio museo della spazzatura.
Roberto Valente
Amministratore delegato Health and Beauty e Consigliere Delegato BOS - Cosmofarma.